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HV Pavillon by GGA Architects

Progetti

Immerso in un uliveto secolare, HV Pavillon è il progetto di una residenza ai piedi del Monte Amiata, nella Maremma toscana, disegnato dallo studio di architettura GGA Architects, di Alice Gardini e Nicola Gibertini. Sollevato dal suolo, l’edifico si configura come un padiglione consegnato al paesaggio in maniera teatrale: è un “proscenio”, un meccanismo spaziale atto ad ammirare la natura circostante rivendicando la propria appartenenza al luogo e alla sua storia secolare.

Luogo
Castel del Piano (Gr), Italia
Architettura, interior, illuminazione
GGA Gardini Gibertini Architetti
Collaboratori
Ing. Luigi Lupini, Arch. Giada Spano
Realizzazione
2020
Stato
Completato
Immagini courtesy
Ezio Manciucca
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HVP è un’architettura tipicamente mediterranea che affronta il tema della residenza nei suoi principi tipologici e costruttivi più arcaici. Otto scatole strutturali collocate su una piattaforma di cemento armato, sorreggono il massiccio piano di copertura lapideo configurando in maniera geometrica gli ambienti della casa intorno ad un patio centrale di reminiscenza romano-italica: l’ ‘Atrium Tusculanum’. L’interno è solo struttura e materia grezza a celebrare l’approccio contemporaneo alle soluzioni di dettaglio.

Il pavimento, realizzato in resina cementizia, ha il colore dell’erba bruciata dal sole nei mesi più caldi e delle foglie dei castani in autunno. Il legno naturale completa i volumi e tutti i gli elementi d’arredo disegnati su misura. Un’isola in acciaio risolve la cucina che insieme al monumentale tavolo in cemento gettato in opera, altare laico al centro della scena visibile da ogni ambiente della casa, celebrano il rito della buona cucina italiana enfatizzando il carattere conviviale della casa.

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L’impianto è un continuum spaziale tra l’intimo del focolare e l’uliveto senza elementi di filtro oscuranti che non siano solo i leggeri tendaggi di lino. All’esterno, il rigore della geometria compatta e coesa nelle proporzioni, omaggia la tradizione costruttiva contadina locale del ‘muro a secco’ nel suolo antropizzato mentre il legno dei tamponamenti, è un rimando agli elementi di chiusura dei tradizionali edifici rurali amiatini denominati ‘seccatoi’ per castagne, fondendo l’edifico nel paesaggio e legandolo profondamente alla sua storia.

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