Friends: Calvi Brambilla
Dal 2006 Fabio Calvi e Paolo Brambilla lavorano insieme concentrando l’attività soprattutto su interni, allestimenti e design del prodotto. Il metodo è quello assimilato dai grandi maestri del design italiano, capaci di lavorare a diverse scale, dando vita a progetti permeati da una sottile ironia ma sempre fondati su una solida funzionalità. Qui si raccontano a Agnese Torres, entrando nei particolari della loro ultima collezione Super – nata dallo studio del supercerchio – e del loro approccio progettuale ispirato ai grandi maestri del design italiano.
Intervista a cura di Agnese Torres
Lo studio Calvi Brambilla si muove fluidamente tra design e architettura lavorando su diverse scale. Quali sono le sfide e gli aspetti più affascinanti di questi due ambiti progettuali?
CB: In un certo senso siamo parte della vecchia scuola: ci muoviamo secondo il principio per cui il metodo progettuale, una volta appreso, si applica alle diverse scale, dal cucchiaio alla città, per usare lo slogan creato da Ernesto Nathan Rogers. Del resto, grandi maestri del design italiano come Magistretti o Zanuso erano perfettamente in grado di gestire le diverse scale con una disinvoltura invidiabile. Pur non avendo la pretesa di paragonarci a questi grandi autori, Il Politecnico di Milano in cui ci siamo formati seguiva questo comandamento e per noi è naturale lavorare su progetti grandi e piccoli.
Il vostro è un lavoro a quattro mani che si fonda proprio sulla dualità di visione e approccio. Come definireste la vostra – quasi ventennale – collaborazione?
CB: Ci chiedono spesso quale sia il segreto per mantenere un rapporto lavorativo e personale che dura da così tanto tempo: direi che siamo due personalità complementari; pertanto, ognuno dei due dà un contributo diverso al progetto. Inoltre, essere in due significa costringere l’altro a dare sempre il meglio di sé. Del resto, crediamo molto nel lavoro di gruppo e così abbiamo deciso di fondare la Calvi Brambilla and Partners per avere il contributo anche di professionisti più giovani che collaborano con noi mantenendo una certa freschezza creativa.
Come e quando avete iniziato a lavorare con QuadroDesign?
CB: Abbiamo iniziato grazie alla richiesta da parte di Enrico Magistro di disegnare uno stand per la fiera di Milano nel 2022: da allora è nato un rapporto di stima fortemente motivato dall’amore per il buon design. Nel contesto di oggi, QuadroDesign è una delle rarissime realtà mossa dalla voglia di sperimentare e di interpretare lo spirito del nostro tempo: il committente ideale per un progettista.
QuadroDesign è un’azienda che mette al centro l’acqua, protagonista e punto di partenza di ogni suo progetto. Voi come vi relazionate a questo elemento, che significato ha per voi?
CB: L’acqua al centro di molte religioni e sistemi filosofici: è chiaro a tutti il significato simbolico che le viene attribuito, indipendentemente dalla cultura di provenienza. Per un progettista, pertanto, progettare con l’acqua significa muoversi con l’attenzione dovuta ad un elemento essenziale. L’acciaio, materiale nobile che forse più di tutti rappresenta la modernità, è particolarmente adatto per valorizzare la preziosità dell’acqua.
In un progetto di interior quanto contano spazi come la cucina o il bagno che devono sapere coniugare praticità ed estetica?
CB: Non esiste buon design che non sappia coniugare funzionalità ed estetica, anche se, proprio in funzione della sacralità che attribuiamo all’acqua e al rito del lavarsi, l’aspetto simbolico guida il progetto d’interni. Disegnare un bagno, ovvero un ambiente speciale dove ci si denuda e ci si prende cura del proprio corpo, richiede da parte del progettista capacità di immedesimazione e attenzione al dettaglio. Allo stesso modo si può dire che l’atto del cucinare è talmente carico di significato che, dal nostro punto di vista, richiede uno spazio speciale che va al di là della pura funzionalità.
La vostra ultima collezione Super si ispira alla figura geometrica del supercerchio declinata nella manopola e negli altri elementi che caratterizzano l’intera serie di prodotti per il bagno. Quali sono i motivi che vi hanno spinto a scegliere questa forma?
CB: Siamo partiti dalla ricerca di una forma che consentisse la facilità della presa della manopola con la mano, quindi un design ergonomico, ma che non avesse l’aspetto di un oggetto semplicemente disegnato in base alla sua funzione. Il supercerchio è una figura geometrica che amiamo perché sembra disegnata a mano libera ma è regolata da una funzione matematica: non a caso si tratta di una forma ampiamente utilizzata nella progettazione delle interfacce fisiche come le tastiere.
Quali sono state le principali sfide a livello estetico e funzionale?
CB: L’acciaio è un materiale straordinario per la sua durevolezza e per il suo aspetto ma che pone molti limiti tecnici nella creazione di forme libere. Nel disegnare la serie Super, pertanto, siamo partiti proprio da una analisi dei vincoli tecnici in modo da delimitare il campo d’azione dentro il quale potevamo muoverci. Una volta individuato il supercerchio come disegno come figura, abbiamo declinato il tema nelle varianti necessarie per costruire una famiglia coerente in tutti i suoi accessori. Il minimalismo e la pulizia estetica che caratterizza i prodotti QuadroDesign doveva riflettersi anche nella nostra serie e quindi c’è stato un lungo processo di affinamento dei dettagli condotto fianco a fianco con l’ufficio tecnico.
Quali sono i vantaggi di lavorare con un’azienda così attenta alla sostenibilità e in grado di valorizzare il fattore umano, mantenendo però lo sguardo sempre rivolto all’innovazione e al futuro?
CB: Possiamo dire senza timore di essere smentiti che lo sforzo compiuto dalla Quadro ogni giorno per ridurre l’impatto ambientale è mosso da un sentimento sincero e non da una banale mossa di marketing. Per noi, come progettisti, è fonte di grande soddisfazione lavorare con un marchio che è allineato alla sensibilità contemporanea sia nell’immagine sia nel contenuto.